Quando si parla di infortuni sul lavoro, l’attenzione si concentra spesso esclusivamente sugli ambienti produttivi. Tuttavia, una parte significativa del rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori si manifesta fuori dai cancelli dell’azienda, durante i tragitti quotidiani casa-lavoro: sono i cosiddetti infortuni in itinere, che l’INAIL riconosce a tutti gli effetti come infortuni professionali.
Negli ultimi anni, numerosi studi hanno evidenziato una stretta correlazione tra stress lavoro-correlato e incidenti stradali: stanchezza mentale, tensione costante, scarsa qualità del sonno e affaticamento cognitivo sono fattori che compromettono la concentrazione alla guida, aumentando il rischio di incidenti anche gravi.
Per questo motivo, una buona gestione dello stress in azienda non solo migliora il clima organizzativo e il benessere dei lavoratori, ma rappresenta un vero strumento di prevenzione, capace di ridurre anche gli infortuni in itinere. In quest’ottica, promuovere una cultura della sicurezza più ampia e consapevole, che vada oltre i meri adempimenti normativi, diventa una responsabilità condivisa tra datore di lavoro e lavoratori.
Gli infortuni in itinere sono quegli incidenti che avvengono durante il tragitto tra l’abitazione e il luogo di lavoro, e viceversa e sono riconosciuti e tutelati dall’INAIL secondo l’art. 12 del D.Lgs. 38/2000, purché rispettino determinati criteri:
Nel primo semestre 2025, l’INAIL ha registrato oltre 54.000 infortuni in itinere, con un aumento dello 0,9% rispetto al 2024. Questo dato, seppur contenuto, mostra un andamento costante e preoccupante.
A colpire maggiormente è però il dato relativo agli infortuni mortali in itinere: +24,4% rispetto all’anno precedente, con 168 casi denunciati. In Veneto, il contesto si fa ancora più drammatico: tra gennaio e luglio 2025 si è registrato un aumento complessivo degli infortuni, con una crescita significativa anche per le donne.
Questi numeri mostrano quanto il tragitto casa-lavoro rappresenti un punto critico nel sistema di prevenzione aziendale, troppo spesso ignorato nella valutazione dei rischi.
La pressione lavorativa, la mancanza di equilibrio tra vita privata e professionale, l’ansia da performance e altri elementi legati allo stress sono fattori che aumentano il rischio di incidenti stradali.
Guidare in condizioni di stanchezza mentale o affaticamento può avere conseguenze gravi.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha più volte evidenziato la correlazione tra stress e capacità cognitive ridotte, tra cui:
Prevenire lo stress in azienda significa quindi anche ridurre il rischio di infortuni in itinere, contribuendo alla sicurezza del lavoratore ben oltre l’orario di lavoro.
Un’azienda consapevole può (e dovrebbe) intervenire in modo integrato su più livelli:
Queste azioni non solo migliorano la sicurezza, ma rafforzano la reputazione dell’impresa e riducono il rischio di assenze prolungate, vertenze e sanzioni.
La prevenzione degli infortuni in itinere non si esaurisce nell’adempimento burocratico. È una scelta strategica che parte da una visione più ampia della sicurezza, in cui il lavoratore è visto come persona nella sua interezza, dentro e fuori l’azienda.
Investire nella formazione, nell’ascolto e nel benessere non è solo un dovere morale, ma un vantaggio competitivo. Perché un lavoratore più sereno è anche un lavoratore più attento, produttivo e sicuro — ovunque si trovi.
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